Davvero Mao uccise milioni di persone durante il Grande Balzo in avanti? Di Joseph Ball

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Davvero Mao uccise milioni di persone durante il Grande Balzo in avanti? Di Joseph Ball

Traduzione a cura di Francesca Pollastro (Ossin.org)

Negli ultimi 25 anni la reputazione di Mao Zedong è stata pesantemente indebolita da stime sempre più gravi sul numero di morti  di cui pare egli sia responsabile. Nella sua vita Mao Zedong ha goduto di un successo enorme per il modo in cui le sue politiche socialiste hanno apportato dei miglioramenti al sistema di sicurezza sociale della popolazione cinese, riducendo fortemente la povertà in Cina e provvedendo a garantire l’accesso gratuito alle cure sanitarie e all’istruzione. Le teorie di Mao hanno ispirato gli imperialismi combattenti nel mondo. Probabilmente è questo fattore che spiega molta dell’ostilità che la Destra nutre nei confronti di Mao. È una tendenza che sembra acuirsi con l’evidente rafforzamento dei movimenti maoisti in India e in Nepal che si è avuto negli ultimi anni, così come l’influenza permanente che hanno i movimenti maoisti in altre parti del mondo.

 

Molti dei tentativi di minare la reputazione di Mao ruotano intorno al Grande Balzo in avanti che ebbe inizio nel 1958. Questo articolo si propone di trattare principalmente questo periodo. I contadini avevano già cominciato negli anni ’50 a coltivare la terra in modo cooperativo. Durante il Grande Balzo in avanti costituirono grandi comuni da centinaia o decine di centinaia di persone. Per migliorare la produttività agricola furono applicati piani di irrigazione su vasta scala. L’idea di Mao era quella di aumentare sia la produttività agricola che quella industriale. È stato detto che queste politiche portarono ad una carestia negli anni 1959-61 (anche se alcuni credono che la carestia iniziò nel 1958). Si sono fatte molte presupposizioni sulle cause che portarono alla carestia. Ad esempio, l’eccessiva raccolta di grano da parte dello Stato oppure lo spreco di cibo dovuto alla distribuzione gratuita di esso nelle cucine delle comuni. Si è anche detto che i contadini avrebbero abbandonato l’attività agricola per lavorare ai sistemi di irrigazione o nelle famose “fornaci da giardino per l’acciaio” (piccole fornaci costruite in zone rurali).

 

Mao ha ammesso che in questo periodo si riscontrarono detti problemi. Nonostante ciò, diede la colpa della maggior parte di queste difficoltà al brutto tempo e ai disastri naturali. Ha anche ammesso che ci furono errori politici, di cui si prese la responsabilità.

 

Fonti cinesi ufficiali, rese pubbliche dopo la morte di Mao, mostrano che durante il Grande Balzo in avanti morirono 16,5 milioni di persone. Queste cifre sono stati rese note durante una campagna ideologica condotta da Deng Xiaoping contro l’eredità del Grande Balzo in avanti e della Rivoluzione culturale. Tuttavia, sembra non ci sia la possibilità di autenticare in modo indipendente queste cifre a causa del mistero che avvolge il modo in cui furono raccolte  e tenute nascoste per trent’anni prima di essere presentate al pubblico. I ricercatori americani sono arrivati a parlare di una stima pari a 30 milioni di persone, combinando la prova cinese con proprie estrapolazioni dai censimenti cinesi del 1953 e del 1964. Recentemente, nel loro libro “Mao: la storia segreta” Jung Chang e Jon Halliday parlano di 70 milioni di omicidi compiuti da Mao, incluse 38 milioni di persone durante il Grande Balzo avanti.

 

Riguardo a questo soggetto, gli scrittori occidentali hanno un punto di vista completamente sbilanciato di quel periodo e, ipnotizzati come sono, si basano su cifre che indicano un numero altissimo di morti e che provengono da fonti dubbie. Si concentrano soltanto sugli eccessi politici ed è probabile che la loro visione dei danni da essi provocati sia esagerata. Non si è compreso come le politiche adottate durante il Grande Balzo in avanti abbiano davvero apportato benefici alla popolazione cinese, una volta che lo sconvolgimento iniziale era ormai volto al termine.

 

Durante tutto il periodo post – bellico le agenzie di Stato americane hanno assistito  coloro che hanno avuto un’opinione negativa nei confronti del maoismo (e del comunismo in generale). Ad esempio negli anni ’60 l’esperto storico del maoismo Roderick MacFarquhar ha dato vita al “The China Quarterly”. Questo periodico ha pubblicato accuse mai citate prima di allora e non accompagnate da prove sulle morti seguite alla massiccia carestia. Più tardi emerse che la rivista riceveva soldi da un’ organizzazione di copertura della CIA, come lo stesso MacFarquhar ha ammesso recentemente in una lettera al “The London Review of Books”. (Roderick MacFarquhar ha affermato che al momento della pubblicazione di “The China Quarterly” non sapeva che i soldi venissero dalla CIA.)

Coloro che hanno fornito prove qualitative, come ad esempio informazioni fornite da testimonianze oculari, citate da Jasper Becker nel suo famoso resoconto di quel periodo “Hungry Ghosts”, non hanno fornito abbastanze prove che autenticassero questi resoconti. L’importante prova documentale che riguarda il Grande Balzo in avanti citata da Chang ed Halliday è presentata in modo chiaramente fuorviante.

 

La prova fornita dal regime di Deng Xiaoping sul fatto che durante il Grande Balzo in avanti morirono milioni di persone non è attendibile. Le prove portate dai contadini contraddicono l’affermazione che le morti avvenute in quel periodo siano da imputarsi soprattutto a  Mao.

 

I demografi americani hanno tentato di utilizzare come prova il tasso di mortalità e altre prove demografiche prese da fonti ufficiali cinesi per dare credibilità all’ipotesi che durante il Grande Balzo in avanti ci fu “un massiccio sacrificio di vite” (cioè un’ipotesi che “la più grave carestia di tutti i tempi” o “una delle più gravi di tutti i tempi” fosse avvenuta durante il Grande Balzo in avanti.) Tuttavia, le prove inconsistenti e i dubbi sulla fonte delle loro prove minò quest’ ipotesi.

 

La verità più probabile sul Grande Balzo in avanti

 

L’idea che “Mao si fosse reso responsabile di un genocidio” è stato utilizzata come trampolino di lancio per criticare aspramente tutto ciò che la popolazione cinese ottenne durante il regime di Mao. Tuttavia, anche qualcuno come la demografa Judith Banister, una delle principali sostenitrici dell’ipotesi del “massiccio sacrificio di vite” ha dovuto ammettere i successi conseguiti da Mao durante il suo governo. Scrive di come nel 1973-’75 l’aspettativa di vita in Cina fosse più alta di quella in Africa, nel Medio Oriente, nell’Asia del sud e in molti Paesi dell’America latina.[1] Nel 1981 collaborò alla stesura di un articolo in cui la Repubblica cinese del popolo veniva lodata per essere riuscita a ridurre fortemente il tasso di mortalità, per aver visto un incremento dell’aspettativa di vita di circa 1,5 anni di calendario dall’inizio del governo comunista nel 1949.[2] L’aspettativa di vita aumentò da 35 anni nel 1949 a 65 anni negli anni ’70, quando terminò il dominio di Mao.[3]

 

Leggendo molti commentatori moderni sulla Cina di Mao,[4] si potrebbe avere l’impressione che le politiche agricole e industriali di Mao abbiano portato ad un disastro economico assoluto. Perfino i commentatori più misurati, come ad esempio l’economista Peter Nolan[5] sostengono che durante il periodo post-rivoluzionario, gli standard di vita non siano migliorati in Cina fino alla presa del potere di Deng Xiaoping. Sicuramente il miglioramento dello standard di vita non è l’unica ragione che spiega la crescita dell’aspettativa di vita. Tuttavia, è assurdo sostenere che l’aspettativa di vita possa essere cresciuta così tanto durante l’era di Mao senza essere stata influenzata in alcun modo dallo standard di vita.

 

Molti di coloro che hanno studiato le cifre diffuse da Deng Xiaoping dopo la morte di Mao affermano che la produzione di grano pro capite non sia affatto aumentata durante il periodo di governo di Mao.[6] Ma come si possono far conciliare queste statistiche con le cifre sull’aspettativa di vita citate dagli stessi autori? Inoltre queste cifre sono contraddette da altre cifre. Guo Shutian, un ex Direttore di politica e legge del Ministero cinese dell’agricoltura nell’era post – Mao, dà una visione molto diversa della situazione agricola generale in Cina prima delle “riforme” introdotte da Deng. È vero che scrive che la produzione agricola diminuì in cinque anni tra il 1949 e il 1978 a causa di “calamità naturali ed errori di lavoro”. Tuttavia, sostiene che tra il 1949 e il 1978 il rendimento per ogni ettaro di terra seminata per ottenere prodotti alimentari aumentò del 145,9% e la produzione totale di cibo salì al 169,6%. In questo lasso di tempo la popolazione cinese aumentò del 77,7%. Secondo questi dati, durante il periodo in questione la produzione pro capite di cibo aumentò da 204 Kg a 328 Kg.[7]

 

Perfino secondo le stime dichiarate dal regime di Deng Xiaoping, tra il 1952 e il 1976 la produzione industriale è aumentata dell’11,2% all’anno (del 10% all’anno durante la presunta catastrofe che è stata la Rivoluzione culturale). Nel 1952 l’industria rappresentava il 36% del valore lordo della produzione nazionale cinese. Fino al 1975 l’industria rappresentava il 72% e l’agricoltura il 28%. È abbastanza chiaro che le supposte politiche economiche socialiste disastrose di Mao hanno velocemente costruito il rapido (ma diseguale e sbilanciato)  sviluppo economico dell’era che lo ha seguito.[8]

 

Si discute se le politiche adottate durante il Grande Balzo in avanti abbiano davvero fatto molto per sostenere la crescita economica generale cinese, dopo un momento iniziale di stasi. Alla fine degli anni ’50 fu chiaro che la Cina si stava sviluppando usando le sue risorse e anche senza avere a disposizione grandi macchinari e know-how tecnologico importato dall’Unione sovietica.

 

Alla fine degli anni ’50 la Cina e l’Unione sovietica si diressero verso uno scisma. In parte questo fu il risultato della caduta ideologica che ci fu dopo la morte di Stalin. Ci sono molte differenze tra Stalin e Mao. Tra le altre cose, Mao riteneva che Stalin nutrisse sfiducia nei confronti dei contadini e enfatizzasse troppo lo sviluppo dell’industria pesante. Tuttavia, Mao pensava che Khrushchev stesse usando la sua denuncia dello stalinismo come una copertura per il  progressivo abbandono dell’ideologia e della pratica socialista in Unione sovietica.

 

Anche la divisione fu dovuta alla tendenza di Khruschev di tentare di imporre sui suoi alleati il modo proprio di fare le cose dell’Unione sovietica. Khruschchev non agì nello spirito dell’internazionalismo socialista, ma piuttosto con lo scopo di trattare economicamente le nazioni meno sviluppate come stati clienti. Per un Paese come la Cina, che ha lottato tanto strenuamente per ottenere la libertà dalla dominazione straniera, una relazione di questo tipo non sarebbe mai potuta essere accettata. Mao non avrebbe mai potuto darla a bere al suo popolo, nemmeno se l’avesse voluto.  

 

Nel 1960 il conflitto tra le due nazioni raggiunse un punto critico. L’Unione sovietica fornì grande assistenza al programma d’industrializzazione cinese. Nel 1960 tutti i consulenti tecnici lasciarono il Paese portandosi via con sé le copie eliografiche dei vari impianti industriali che avevano in progetto di costruire.

 

Mao chiarì che, fin dall’inizio, le politiche adottate durante il Grande Balzo in avanti furono, per quanto riguarda lo sviluppo cinese, una politica economica più indipendente. L’alternativa cinese alla fiducia nell’Unione sovietica fu un programma di sviluppo agricolo unito allo sviluppo industriale. Facendo ciò, Mao ha voluto usare le risorse che la Cina poteva raccogliere in abbondanza in termini di forza lavoro e di entusiasmo popolare. L’uso di queste risorse avrebbe sopperito alla mancanza di capitale e di tecnologia avanzata.

 

Nonostante i problemi e i rovesciamenti accaduti durante il Grande Balzo in avanti, è giusto dire che questo ha avuto un ruolo molto importante nello sviluppo agricolo in corso. Una volta finito il periodo di cattivo raccolto, misure come la conservazione dell’acqua e l’irrigazione permisero di dar vita ad intensi incrementi nella produzione agricola e sostennero anche le zone rurali ad affrontare il problema della siccità. Vennero anche sviluppate strutture di difesa contro le alluvioni. Il terrazzamento fece sì che,gradualmente,  aumentassero le aree coltivate.[9]

 

Lo sviluppo economico fu portato avanti dietro lo slogan “camminare su due gambe”. Questo significava che lo sviluppo dell’industria rurale su piccola e media scala dovesse andare di pari passo con lo sviluppo dell’industria pesante. Così come era accaduto con le fornaci di acciaio, nelle zone rurali furono aperte molte altre botteghe e fabbriche. L’idea era che l’industria rurale incontrasse i bisogni della popolazione locale. Le botteghe rurali appoggiarono gli sforzi delle comuni di modernizzare i metodi del lavoro agricolo. Le botteghe rurali furono molto efficienti nel fornire alle comuni il fertilizzante, gli utensili, altre attrezzature agricole e cemento (necessario per i piani di conservazione dell’acqua).[10]

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In confronto al sistema economico rigido e centralizzato prevalente in Unione sovietica, il Grande Balzo in avanti fu un atto supremo di pensiero laterale. Di solito, ad esempio, cemento e fertilizzante venivano prodotti in grandi fabbriche nelle aree urbane, lontane dalle aree rurali che ne avevano bisogno. In un Paese povero ci potrebbe essere il problema di ottenere il capitale e i macchinari necessari a produrre prodotti industriali come questi, usando le tecniche più moderne. Sarebbero, dunque, necessarie infrastrutture che collegassero le città ai paesi per trasportare quei prodotti una volta realizzati. Questo, in sé, sarebbe molto dispendioso. In seguito a problemi come questi, in molti dei Paesi più poveri lo sviluppo è molto lento o non c’è affatto.

 

L’industria rurale creata durante il Grande Balzo in avanti usava metodi ad uso intensivo di lavoro piuttosto che ad uso intensivo di capitale. Dal momento che stavano servendo gli interessi locali, il trasporto delle merci non dipendeva dallo sviluppo di un’infrastruttura costosa su tutto il territorio nazionale di strade e di ferrovia.

 

Infatti, le presunte politiche selvagge e caotiche del Grande Balzo in avanti ingranarono piuttosto bene dopo i problemi dei primi anni. La produzione locale di cemento permise di intraprendere i piani di conservazione dell’acqua. Un’irrigazione più diffusa portò ad un uso maggiore di fertilizzante. A sua volta questo fertilizzante veniva fornito dalle fabbriche locali. Una produttività agricola più intensa avrebbe messo a disposizione più manodopera agricola per il settore industriale manifatturiero, facilitando lo sviluppo generale del Paese.[11] Questo approccio è spesso citato come un esempio di analfabetismo economico (che dire della divisione del lavoro e dei guadagni derivati dalla specializzazione regionale ecc). Nonostante ciò, come mostrano gli effetti positivi delle politiche di Mao in termini di sviluppo economico e di prosperità sociale, fu utile per la Cina.

 

L’agricoltura e l’industria rurale su piccola scala non furono gli unici settori a crescere durante la fase socialista cinese. Anche l’industria pesante crebbe molto in questo periodo. Eventi come la creazione del bacino petrolifero di Daqing durante il Grande Balzo in avanti diedero grande spinta allo sviluppo dell’industria pesante. In Cina si sviluppò un massiccio bacino petrolifero.[12] Questo avvenne dopo il 1960 usando tecniche del posto, piuttosto che tecniche russe o occidentali. ( Nello specifico, i lavoratori utilizzarono la pressione dal basso per aiutare ad aprire il petrolio. Non utilizzavano torri di trivellazione, usate normalmente nei campi petroliferi).

 

Le controversie sui dati riguardanti la produzione smentisce il fatto che il Grande Balzo in avanti fu, per lo meno sul punto, di cambiare sia il modo di pensare dei cinesi che la produzione industriale. Le  cosiddette “fornaci da cortile per l’acciaio”, con le quali i contadini tentavano di produrre l’acciaio in piccole fonderie rurali, si guadagnarono una cattiva reputazione per via della scarsa qualità dell’acciaio che producevano. Ma erano sia sul punto di addestrare professionalmente i contadini nel campo della produzione industriale sia di produrre acciaio per l’industria cinese. È importante ricordare che i “balzi” di cui Mao spesso parlava, non erano riferiti alla quantità di merce prodotta, ma balzi nella coscienza e nella conoscenza della popolazione. Furono fatti degli errori e molti devono essere rimasti delusi quando si accorsero che alcuni dei risultati del Balzo erano stati disattesi. Il successo dell’economia cinese negli anni seguenti ha dimostrato, però, che non tutte le lezioni sono state inutili.

 

Il Grande Balzo in avanti e la prova qualitativa

 

Per rendere l’idea è ovviamente necessario sovvertire il punto di vista più diffuso in occidente secondo il quale il Grande Balzo in avanti fu un disastro di dimensioni mondiali. Ma cosa c’è alla base di questa opinione? Coloro che credono nella teoria del “massiccio sacrificio di vite” sostengono esistano prove qualitative come ad esempio testimoni oculari e prove documentaristiche. Nonostante ciò le prova qualitative esistenti non convincono.

 

Lo studioso della storia cinese Carl Riskin crede che ci sia stata una carestia molto grave, ma sostiene “In generale, sembra che i sintomi di fame e di privazione sono diversi dai tipi di prove qualitative di carestia di massa che hanno accompagnato altre carestie di grado paragonabile (se non dello stesso grado), incluse le carestie precedenti in Cina”. Sostiene che molte delle prove provenivano da fonti di destra e risultavano difficilmente convincenti. Considera repressive le politiche adottate dal governo cinese per evitare che trapelassero le informazioni sulla carestia, ma dice “E’ dubbio che ci sia una spiegazione esaustiva. C’è qualcosa di misterioso qui.”[13]

 

Ci sono alcuni autori come Roderick MacFarquhar, Jasper Becker a Jung Chang che sicuramente ritengono che la prova che propongono provi la teoria della massiccia carestia. È vero che le loro opere principali su questo problema[14] citano delle fonti che sostengono questa prova. Nonostante ciò, in questi libri non spiegano in modo sufficientemente chiaro il perché ritengano che queste fonti siano autentiche.

 

Resta quindi da capire per quale ragione, in Occidente, le considerazioni presentate da questi autori dovrebbero essere indiscutibili. Nel suo famoso libro sulla Cina del 1965, “A Curtain of Ignorance”, Felix Greene dice di aver viaggiato nel 1960 nelle zone della Cina dove il razionamento del cibo era molto duro, ma di non aver assistito ad una carestia di massa. Cita anche altri testimoni oculari che sostengono le stesse cose. È probabile in effetti che alcune zone furono colpite dalla carestia. Comunque, le osservazioni di Greene indicano che non fu un fenomeno nazionale su scala apocalittica come suggerito da Jasper Becker e da altri. La fame di massa non c’è stata nelle aree in cui lui è stato, ma potrebbe aver colpito altre zone. Perché i resoconti di persone come Becker sono stati presi per veri così prontamente, mentre non si da credito a quelli di Felix Greene e di altri da lui citati? Sicuramente la simpatia che Greene nutre nei confronti del regime di Mao gioca un ruolo importante in questo e può far pensare che lui abbia distorto la realtà per motivi politici. Ma anche Becker, MacFarquhar e Jung Chang vedono il problema in una loro personale prospettiva. Siamo davvero sicuri che questi autori non siano fedeli anti-comunisti?

 

Prima di affrontare il problema dell’autenticazione delle fonti, è necessario chiarire il contesto della discussione di questi problemi. Il Comunismo è un movimento che genera un’opposizione massiccia. I Paesi occidentali hanno mosso un’intensa propaganda bellica contro il Comunismo. Quando erano al potere i governi comunisti hanno espropriato moltissime persone del loro capitale e delle loro terre. In gran parte dell’Asia e dell’Europa tutta la classe imprenditoriale e quella dei proprietari terrieri è stata derubata del proprio potere sociale e del proprio status. Ovviamente questo ha generato molto rancore. Moltissime persone ben istruite nate in questi Paesi avevano e continuano ad avere motivi per discreditare il Comunismo. Non è “paranoia” chiedere che coloro i quali hanno scritto del periodo comunista si impegnino per assicurare che le loro fonti riportino fatti e non forniscano testimonianze distorte o presentate in modo tendenzioso da pregiudizi anti-comunisti.

 

Inoltre, il governo americano era interessato a fare propaganda negativa nei confronti del Comunismo cinese e di quello in generale. Troppo spesso questo fatto è stato liquidato come “teorie cospirative” e non si discute molto ampiamente sulle prove di ciò che davvero avvenne.

 

Nonostante ciò, i tentativi velati degli Stati Uniti di discreditare il Comunismo sono un fatto documentato. Le agenzie di intelligence statunitensi cercarono spesso una connessione con coloro che pubblicarono opere sui regimi comunisti. Non si deve pensare che le persone con cui essi cercavano una connessione fossero semplicemente scribacchini pagati per produrre una gran quantità di sensazionalismi dozzinali. Niente di più lontano dalla realtà. Ad esempio, negli anni ’60 “The China Quarterly” ha pubblicato molti articoli che sono spesso ancora citati come dimostrazione delle condizioni di vita in Cina e del successo o meno delle politiche governative in quel Paese. Nel 1962 pubblicò un articolo di Joseph Alsop che dichiarava che Mao stesse cercando di annientare un terzo della sua popolazione riducendola alla fame per facilitare i propri piani economici![15] Questo articolo è citato, in tutta serietà, per fornire la prova attuale dell’ipotesi del “massiccio sacrificio di vite” in molte altre opere successive sull’argomento (per esempio nell’articolo “Famine in China” di cui si parlerà in seguito).

 

L’editore de “The China Quarterly” era Roderick MacFarquhar che continuò a scrivere molte importanti opere sul governo comunista cinese. MacFarquhar curò il quattordicesimo volume del Cambridge History of China che coprì il periodo 1949-1965. Scrisse “The Origins of the Cultural Revolution” che include un volume sui fatti avvenuti nel 1956 e nel 1957 e un volume sul Grande Balzo in avanti, che suggerì la tesi del “massiccio sacrificio di vite”. Curò anche “Mao’s Secret Speeches”. Tra le pagine de “The china Quarterly” è stampata una frase che fu pubblicata dall’Information Bulletin Ltd per conto dell’ Associazione per la libertà della cultura. Il 13 Maggio 1967 quest’ Associazione organizzò una conferenza stampa in cui ammise che era stato fondato dalla CIA, dopo un servizio sul periodico “Ramparts”.[16]

 

Rispondendo alle mie domande MacFarquhar disse che:

 

Quando mi è stato chiesto di diventare il direttore fondatore del CQ (“The China Quarterly”), mi fu spiegato che la missione dell’Associazione per la libertà culturale era quella di incoraggiare gli intellettuali occidentali a costruire una comunità che si impegnasse per un libero scambio di idee. Lo scopo era quello di fare opposizione organizzativa nei confronti degli sforzi dell’Unione sovietica di attirare gli intellettuali occidentali in varie organizzazioni di copertura…Tutto ciò che ho detto sul finanziamento fu che l’Associazione per la libertà culturale fu sostenuta da una grande schiera di fondazioni, inclusa specialmente la Fondazione Ford e non fu divulgato il fatto che di queste la Farfield Foundation fosse un’organizzazione di copertura della CIA.

 

Nell’edizione del 26 Gennaio 2006 del “The London Review of Books” MacFarquhar scrive delle “Pubblicazioni inaugurali del 1960 del “The China Quarterly”, di cui ero allora il direttore”.

 

Scrive inoltre che “Parte dei fondi ricevuti dal CQ provenivano da soldi segreti della CIA (dalla Fondazione Farfield attraverso l’Associazione per la Libertà Culturale, fondatrice della CQ, di Encounter e di molti altri periodici). Tutto ciò io l’ho saputo soltanto alla fine degli anni ’60, nel momento in cui sono state fatte pubbliche rivelazioni”.

 

Il problema va oltre coloro i quali, come MacFarquhar, lavoravano per periodici legati all’Associazione per la libertà culturale. Si è anche detto che altri periodici abbiano ricevuto fondi provenienti più in generale dalla CIA. Ad esempio, Victor Marchetti, un ex ufficiale di stato maggiore nell’Ufficio del Direttore della CIA, scrisse che la CIA istituì la Fondazione Asia e la sovvenzionò con 8 milioni di dollari all’anno con lo scopo di sostenere il lavoro di “accademici anti-comunisti in molti Paesi asiatici e di disseminare in tutta l’Asia una visione continentale  negativa della Cina, del Vietnam del Nord e della Corea del Nord”.[17]

 

Di certo la questione non è stata riportata per iscritto. Ad esempio MacFarquhar disse anche di aver dato nel suo giornale la possibilità a punti di vista politici completamente diversi di esprimersi. Ha sostenuto che l’articolo di Alsop sarebbe stato pubblicato su qualunque altro giornale, anche se lui lo avesse rifiutato e che pubblicò delle repliche negative nei confronti della tesi di Alsop.

 

Questo è probabilmente vero. Comunque, quelli come MacFarquhar stavano scrivendo il genere di cose che piacevano alla CIA. (Altrimenti perché la CIA li avrebbe sovvenzionati?). Il punto chiave è che queste persone ricevevano una fonte di finanziamento statale occidentale di cui altri, che avevano punti di vista diversi non godevano.  

 

Negli ultimi anni una nuova generazione di scrittori ha pubblicato prove basate su testimonianze oculari e documentarie a sostegno dell’ipotesi del “massiccio sacrificio di vite”. Il problema centrale di queste prove è l’autenticazione delle fonti. Questi autori non presentano prove sufficienti nelle opere citate in questo articolo che dimostrino la veridicità di suddette prove.

 

Nel suo libro sul Grande Balzo in avanti “Hungry Ghosts”,  Jasper Becker cita un gran numero di prove che dimostrerebbero l’esistenza di atti di cannibalismo e l’inedia di massa in Cina durante il periodo del Grande Balzo in avanti. È importante sottolineare che questa prova emerse soltanto negli anni ’90. Sicuramente le storie più violente di cannibalismo non sono confermate da nessuna fonte presente nel periodo del Grande Balzo in avanti o, anzi, per molti anni a seguire. Molti dei resoconti che parlano di fame diffusa e di cannibalismo che usa Becker nel suo libro, derivano da un documento di 600 pagine “Thirty Years in the Countryside”. Becker sostiene che si tratterebbe di un documento ufficiale segreto che fu contrabbandato fuori dal Paese nel 1989. Becker scrive che le sue fonti per “Hungry Ghosts” includono documenti contrabbandati fuori dalla Cina nel 1989 da intellettuali mandati in esilio. Al lettore deve essere spiegato come persone, che erano apparentemente dissidenti in fuga dal Paese durante un periodo di crisi profonda, fossero in grado di portare illegalmente fuori dal Paese documenti ufficiali riguardanti fatti accaduti trent’anni prima.

 

Inoltre Becker avrebbe dovuto spiegare in modo più esaustivo il perché ritenesse che “Thirty Years in the Countryside” e gli altri testi fossero autentici. Nel 2001 Becker recensì le Tiananmen Papers nel London Review of Books.[18] I Tienanmen Papers sono i documenti interni al Partito che si dice siano stati portati fuori dal Paese illegalmente da un dissidente. Essi hanno presumibilmente fatto luce sul pensiero della leadership del Partito ai tempi del massacro di Piazza Tiananmen. Nel suo periodico Becker discute seriamente la possibilità che questi documenti potessero essere falsi. In “Hungry Ghosts” Becker avrebbe dovuto spiegare perché ritenesse che i documenti da lui citati nel suo libro fossero veri, mentre gli altri documenti illegalmente contrabbandati non lo fossero.

 

Allo stesso modo, come prova del presunto gravissimo disastro umanitario avvenuto durante il Grande Balzo in avanti, Becker ha citato un presunto diario dell’esercito cinese del 1961. In verità, le informazioni raccolte in questo diario alludono ad un disastro abbastanza significativo che influiva sull’umore delle truppe cinesi. Nonostante ciò, il diario è un documento veritiero? Il diario è stata autorizzata dal Dipartimento di Stato statunitense nel 1963 ed è stato pubblicato in una raccolta dalla Hoover Institution intitolata “The Politics of the Chinese Red Army “ nel 1966. Secondo il giornale inglese “Daily Telegraph”[19] “Essi (i diari) sono rimasti in mani americane per un po’ di tempo, nonostante nessuno abbia mai scoperto come siano stati acquisiti”. Becker e i molti altri autori che si sono occupati del Grande Balzo in avanti che hanno citato questi diari devono spiegare perché li ritengano autentici.

 

Il libro di Becker usa anche resoconti resi da testimoni oculari sul problema della fame durante il Grande Balzo in avanti. Durante la metà degli anni ’90 intervistò sia persone del continente cinese che persone di Hong Kong e cinesi immigrati in Occidente. Nel suo libro dice che in Cina “Era raramente se non mai permesso di parlare liberamente con i contadini”. Gli ufficiali locali istruirono i contadini prima dell’intervista, rimasero seduti con loro e risposero al posto loro ad alcune delle domande. Posto che c’è una buona probabilità che questi ufficiali stessero cercando di presentare in modo tendenzioso le prove in favore di Deng Xiaoping e della sua visione negativa del Grande Balzo in avanti è di assoluta importanza che il lettore sappia quali interviste presentate nel libro sono state condotte in quelle condizioni e quali no. In “Hungry Ghosts” Becker non lo fa. In nessuna parte del suo libro dimostra con sufficiente dettaglio al lettore che le informazioni citate nel libro siano autentiche.

 

Per alcuni anni “Hungry Ghosts” è stato il testo che più ha criticato Mao. Nonostante ciò, nel 2005 fu pubblicato “Mao:the Unknown Story” e fu molto pubblicizzato in Occidente. Le sue accuse non supportate da prove sono, se possibile, persino più estreme di quelle del libro di Becker. Dei 70 milioni di morti che il libro attribuisce a Mao, 38 milioni di esse sembrano essere avvenute durante il Grande Balzo in avanti. Il libro fa molto affidamento su una raccolta non ufficiale dei discorsi e delle dichiarazioni di Mao che furono presumibilmente raccolti dai suoi seguaci e che raggiunsero l’Occidente in modo non chiaro. Gli autori usano spesso la documentazione di questa raccolta per cercare di dimostrare il fanatismo e la mancanza di interesse di Mao per la vita umana. Sono una serie di testi che tornarono nuovamente ad essere disponibili negli anni ’80 grazie alla cortesia del Center of Chinese Research Materials (CCRM) negli Stati Uniti. Alcuni di questi testi sono stati tradotti in inglese e pubblicati nei “Mao’ Secret Speeches”.[20]

 

In questo testo Timothy Cheek ha scritto un saggio che accerta l’autenticità dei testi. Ha scritto “La precisa provenienza di questi libri, che sono arrivati fino a noi attraverso vari canali, non può essere documentata…”. Timothy Cheek sostiene che i testi debbano essere considerati autentici per due ragioni. Prima di tutto perché alcuni dei testi ricevuti dal CCRM erano stati precedentemente pubblicati nel continente cinese in altre edizioni. In secondo luogo, perché i testi che appaiono in un volume ricevuto dal CCRM appaiono anche in almeno un altro volume ricevuto sempre dal CCRM. Non mi è chiaro il motivo per cui queste due ragioni fornite dall’autore possano essere considerate una prova dell’autenticità dei testi.

 

Forse sono più importanti i passaggi di questi testi che Chang e Halliday citano in maniera fuorviante nel loro capitolo sul Grande Balzo in avanti. Chang sostiene che nel 1958 Mao fece cadere con un tonfo quelli che chiamava “Persone che vagabondano incontrollate nelle campagne”. Nella frase seguente sostiene “La tradizionale possibilità di sfuggire alla carestia spostandosi laddove c’era cibo fu ora bloccato”. Ma la parte del discorso “segreto” di Mao in cui si sarebbe lamentato della gente che “errava incontrollata nelle campagne” non ha nulla a che fare con l’impedire lo spostamento della popolazione in Cina. Se si legge il passaggio completo di cui gli autori hanno selezionato una citazione, si comprende che gli autori sono stati fuorvianti. Ciò che Mao aveva intenzione di dire è ciò che segue.

 

(Qualcuno) di una CPA (una Cooperativa di Produttori Agricoli – Joseph Ball) in Handan (Hebei) guidò un carretto verso l’acciaieria (mulino) e non partirebbe senza aver dato un po’ di ferro. Ovunque (ci sono) tantissime persone che vagabondano senza controllo; questa situazione deve essere completamente proibita. (Noi) dobbiamo elaborare un equilibrio tra i livelli, dove ogni livello faccia riferimento al successivo livello più alto – CPA alle contee, le contee alle prefetture, le prefetture alle province – questo si chiama ordine socialista.[21]

 

Ciò di cui Mao sta parlando qui è la campagna per aumentare la produzione dell’acciaio, in parte attraverso l’uso della produzione rurale su piccola scala. Qualcuno senza permesso stava richiedendo il ferro dall’Anshan per aiutare la propria cooperativa a soddisfare la quota di produzione di acciaio. Mao sembra dire che questo metodo spontaneo sia sbagliato. Sembra invocare un sistema gerarchico di pianificazione più socialista dove la gente si deve rivolgere ad autorità superiori per ottenere il materiale grezzo di cui ha bisogno per soddisfare i target di produzione. (Sembra molto strano che Mao la pensasse così, ma è così). Non sta certo sostenendo di impedire a tutto il popolo cinese di spostarsi all’interno del Paese!

 

Un’ altra citazione gravemente fuorviante si trova alla fine del capitolo sul Grande Balzo in avanti. Prima Chang e Halliday scrivono “Possiamo dire ora con sicurezza quante persone Mao fosse pronto a mandare via”. Il paragrafo dà, poi, alcuni esempi di presunte citazioni di Mao su quanti morti cinesi sarebbero stati per lui accettabili in tempo di guerra. Il paragrafo successivo inizia così “Mao non stava nemmeno pensando ad una situazione di guerra”. Alla fine riportano quello che Mao avrebbe detto alla Conferenza di Wuchang “Se si lavora in questo modo, con tutti questi progetti, la cosa migliore sarebbe se morisse metà della Cina”. Questa citazione appare nel titolo del capitolo di Halliday e Chang sul Grande Balzo in avanti. Gli autori citano questa frase come se volessero lasciare intendere che Mao pensasse che sarebbe stato necessario che la metà della popolazione cinese morisse affinché lui potesse realizzare i suoi progetti di incremento dell’attività industriale. Risulta, però, chiaro dal testo effettivo che quello che Mao stava cercando di fare era di mettere in guardia dai pericoli dell’eccessivo lavoro e dell’eccessivo entusiasmo durante il Grande Balzo in avanti, anche se esprimendosi in un modo un po’ esagerato. Mao sta chiarendo il fatto che non vuole che nessuno muoia sotto l’impulso dell’industrializzazione. In questa parte del suo discorso, Mao parla dell’idea di sviluppare tutti i settori principali e l’agricoltura in un colpo solo. Il testo completo del passaggio da cui gli autori hanno estrapolato la citazione è il seguente.

 

In questo genere di situazione credo che se facciamo tutte le cose nello stesso momento metà della popolazione cinese certamente morirà; e se non sarà la metà, sarà un terzo o il dieci per cento, un sacrificio di 50 milioni di persone. Quando ci furono dei morti nel Guangxi (nel 1955 – Joseph Ball), non si dimise Chen Manyuan? Se con un sacrificio di 50 milioni di vite non hai perso il tuo lavoro, ho perso per lo meno il mio; se perdessi il mio, la mia mente sarebbe aperta alle domande. Anhui vuole fare così tante cose, va benissimo fare molto, ma è basilare che non si causino delle morti.[22]

 

Poi, in alcune frasi seguenti, Mao dice “ 30 milioni di tonnellate: ne abbiamo davvero bisogno? Siamo in grado di produrne (così tanto)? Quante persone dobbiamo mobilitare? Potrebbe causare delle morti?”

 

È molto importante fare un’analisi profonda delle fonti usate da Chang ed Halliday per il loro libro. Si tratta di un appello che proviene da altri. La critica del libro apparsa sul New York Times di Nicholas D. Kristof ha portato alla luce alcune questioni interessanti. Kristof parla dell’insegnante di inglese di Mao, Zhang Hanzhi, (nella sua vita adulta Mao ha cercato di imparare l’inglese) che Chang e Halliday dicono di aver intervistato per la stesura del loro libro. Comunque, Zhang ha riferito a Kristof (del quale è amica) che nonostante avesse incontrato i due autori si rifiutò di essere intervistata e non diede loro alcuna informazione di rilievo.[23] Kristof ha chiesto che i due autori pubblichino sul web le loro fonti in modo che si possa valutare la loro onestà.

 

La campagna di Deng contro l’eredità di Mao

 

Alla fine degli anni ’60 c’erano alcuni sostenitori dell’ipotesi del “sacrificio di massa”. Nonostante ciò, come Felix Greene ha messo in evidenza in “A Curtain of Ignorance”, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, gli anti – comunisti parlavano quasi tutti i giorni di carestie gravissime in Cina senza avere prove della veridicità delle loro affermazioni. Soltanto negli anni ’80 la storia del Grande Balzo in avanti iniziò ad essere presa davvero seriamente, quando la nuova leadership cinese cominciò ad appoggiare l’idea. Fu questo che diede davvero credibilità in Occidente a quelli come Becker e Jung Chang.

 

La leadership cinese iniziò ad attaccare il Grande Balzo in avanti nel 1979. Deng agì contro i sostenitori di Mao, spingendo la stampa ufficiale ad attaccarli.[24] Questo atteggiamento sembrò essere una campagna ideologica contro “l’ultrasinistra”. Come Meissner disse negli studi sugli anni di Deng Xiaoping, “una moltitudine di studiosi e di teorici furono spinti a spiegare alla “piccola borghesia” radici sociali e politiche del Grande Balzo in avanti e della Rivoluzione culturale.”[25]

 

Il motivo di questa denigrazione del Grande Balzo in avanti ha molto a che fare con le lotte di potere post – Mao e con la battaglia per ritirare le politiche socialiste del 1949 – 76. Dopo la morte di Mao nel 1976, prese il potere Hua Guofeng che voleva “appoggiare tutte le parole e le politiche di Mao”. Deng Xiaoping dovette trovare una giustificazione politica al fatto di aver usurpato Hua nel 1978 e di aver assunto la leadership. Deng sosteneva che la posizione di Mao fosse “per il 70% giusta e per il 30% sbagliata” ed era un modo per distinguere il suo approccio “pragmatico” nei confronti della storia e dell’ideologia rispetto ai suoi predecessori. (Le politiche in favore del mercato adottate da Deng suggeriscono che in realtà lui credesse che Mao avesse per l’80% torto).

 

Il Partito cinese fece tutto quello che era in suo potere per promuovere la teoria che il Grande Balzo in avanti fosse stato una catastrofe causata dalle politiche della sinistra radicale. In un importante discorso del 1979, Marshal Ye Jian Ying parlò dei danni causati dagli errori della Sinistra durante il periodo del Grande Balzo in avanti.[26] Nel 1981 il “Resolution on Party History” del Partito comunista cinese parlò di “gravi perdite per il nostro Paese e per la nostra gente tra il 1959 e il 1961”. All’attacco presero parte anche gli accademici. Nel 1981 il Professor Liu Zeng, Direttore dell’Istituto di ricerca sulla popolazione presso l’Università del popolo presentò eccellenti cifre sul tasso di morte tra il 1954 e il 1978. Queste cifre furono presentate durante un incontro accademico pubblico che attirò molta attenzione in Occidente. Le cifre da lui fornite per il periodo 1958 – 1961 indicavano che in quel periodo erano morte 16,5 milioni di persone in più.[27] Nello stesso tempo Sun Yefang, un importante economista cinese portò pubblicamente l’attenzione su queste cifre sostenendo che “fu pagato col sangue un alto prezzo” a causa degli errori commessi durante il Grande Balzo in avanti.[28]

 

Così come la lotta interna al Partito, Deng voleva di fatto annullare tutti i provvedimenti positivi di Mao per introdurre il capitalismo o il “socialismo con caratteristiche cinesi”, come lo descrisse. L’attacco al Grande Balzo in avanti aiutò a fornire la giustificazione ideologica per rovesciare le politiche “di sinistra” di Mao. Nei primi anni ’80 Deng sciolse le comuni agricole. Negli anni successivi al Grande Balzo in avanti le comuni iniziarono a fornire servizi di assistenza sociale come assistenza medica gratuita e istruzione. Lo smantellamento delle comuni ne decretò la fine. In un articolo sul Grande Balzo in avanti, Han Dongping, Ricercatore universitario presso il Warren Wilson College, descrisse una “divertente” notizia sul giornale newyorchese con sede in Cina “The World Journal” che parlava di un contadino della provincia di Henan che non era in grado di pagare le spese mediche da sostenere per poter trattare l’infiammazione che lo aveva colpito ai testicoli. Esasperato dai dolori se li tagliò con un coltello rischiando di uccidersi.[29] Questo tipo di incidenti è la vera eredità lasciata nelle campagne dalle “riforme” di Deng.

 

·         Si dice spesso che le riforme agricole di Deng abbiano portato ad un miglioramento della condizione sociale dei contadini. È vero che lo smantellamento delle comuni portò ad un periodo di 5 anni in cui la produzione agricola aumentò. Seguirono, però, anni di declino nella produzione di generi alimentari.[30] Nonostante questo tracollo, i commentatori occidentali tendono a descrivere lo smantellamento delle comuni come un successo economico assoluto.

 

In effetti, lo smantellamento delle comuni contadine creò molte difficoltà ai contadini. Spingendo la classe dominante cinese a descrivere il Grande Balzo in avanti come un disastro che portò alla morte milioni di persone, Deng riuscì a sviluppare una linea politica che permise alle sue politiche regressive di guadagnarsi legittimità agli occhi degli abitanti delle campagne.

 

Deng Xiaoping rimprovera Mao di aver portato alla carestia che causò i decessi

 

                Per far prevalere la propria posizione, Deng dovette provare non soltanto che le numerose morti avvennero tra il 1959 e il 1961, ma anche che furono in larga parte causate da errori politici. Dopo il Grande Balzo in avanti la posizione ufficiale del Governo cinese sulla carestia era che essa era stata causata per il 70% da disastri naturali e per il 30% dall’errore umano. Questa teoria fu rovesciata dal Governo di Deng Xiaoping. Negli anni ’80 esso sostenne che la carestia era stata causata per il 30% da disastri naturali e per il 70% dall’ errore umano. Sicuramente, però, se le azioni di Mao avessero portato alla morte di milioni di contadini, essi avrebbero capito che cosa stava accadendo. Nonostante ciò, essi non danno la colpa a Mao per la maggior parte delle difficoltà che incontrarono durante il Grande Balzo in avanti.

 

                Molto tempo dopo la morte di Mao, il Professor Han Dongping fece un viaggio a Shandong e ad Henan, dove la carestia attraversò il suo momento peggiore tra il 1959 e il 1961.

 

Han Dongping scoprì che la maggior parte dei coltivatori intervistati sostenevano la prima interpretazione degli eventi piuttosto che la seconda: cioè non ritenevano Mao il maggiore responsabile per ciò che patirono durante il Grande Balzo in avanti.[31] Questo non significa che non siano stati commessi tragici errori. Dongping scrisse riguardo all’introduzione del cibo comune nelle aree rurali. Tanto per cominciare, questa fu una politica molto popolare tra i contadini. Infatti, nel 1958 molti agricoltori dissero di non aver mai mangiato così bene in tutta la loro vita. Il problema fu che questa novità, l’apparente abbondanza portò a negligenza nella raccolta dei prodotti e allo spreco del cibo. Sembrava che la gente avesse iniziato a pensare che il Governo potesse garantire le scorte alimentari e che loro non fossero responsabili della sicurezza alimentare.

 

                Data la situazione di estrema povertà in cui versava la Cina alla fine degli anni ’50 questo fu un errore destinato a causare gravi problemi e la leadership comunista avrebbe dovuto prendere più velocemente misure atte a porvi rimedio. Tre anni di terribili disastri naturali non fecero altro che peggiorare ancora di più la situazione. Nelle regioni più colpite, la solidarietà esistente tra i membri delle comuni venne meno quando la gente cercò di impadronirsi dei raccolti prima della mietitura. Anche questa pratica peggiorò la situazione. Comunque, è necessario sottolineare che gli agricoltori stessi non riferirono ad Han Dongping che gli errori commessi nell’organizzazioni del cibo comune furono la causa principale della carestia. Lo stesso Han Dongping critica duramente Mao per le conseguenze delle politiche “avventate” che intraprese durante il Grande Balzo in avanti. Nonostante ciò scrive anche “Ho intervistato un gran numero di operai e di agricoltori nel Shandong e nell’Henan e nessuno di loro mi ha mai detto che Mao fosse cattivo. Ho anche parlato con uno studioso ad Anhui (dove si presume che la carestia sia stata più grave – Joseph Ball) che, cresciuto in zone rurali, stava conducendo delle ricerche ad Anhui e nemmeno lui incontrò mai un agricoltore che dicesse che Mao fosse cattivo, né che Deng (Xiaoping) fosse buono”.[32]

 

Si potrebbe sostenere che la simpatia, almeno parziale, che Han Dongping nutriva nei confronti di Mao possa aver influito sull’interpretazione delle parole dei contadini. Comunque, bisogna anche dire che due dei suoi nonni morirono durante il Grande Balzo in avanti a causa di malattie legate alla fame e che Han Dongping spesso sembra essere più critico nei confronti delle politiche adottate da Mao in quel periodo di quanto non lo siano i contadini da lui intervistati.

 

Morti numerose? La prova demografica

 

                La relativa simpatia che i contadini nutrono nei confronti di Mao quando parlano del Grande Balzo in avanti deve tenere in considerazione la prova demografica indicante che in quel periodo morirono di fame decine di milioni di persone. Gli accademici occidentale sembrano tutti convalidare questa prova. Anche coloro che la mettono in dubbio, come Carl Riskin, concordano sempre sul fatto che tutte le “prove a disposizione” indicano che in quel periodo ci fu una carestia di enormi proporzioni.

 

                In effetti, ci sono numerose fonti che accertano che in questo periodo ci fu una carestia, ma la domanda centrale è: fu una carestia che provocò la morte di 30 milioni di persone? Se fosse così, allora si tratterebbe davvero di un fatto senza precedenti. Mentre siamo abituati a leggere titoli di giornali come “In Africa decine di milioni di persone soffrono la fame a causa della carestia”, è inaudito che decine di milioni di persone effettivamente muoiano a causa di una carestia. Ad esempio, la carestia che ha colpito il  Bangladesh tra il 1974 e ilo 1975 è ricordata come un evento profondamente tragico nella storia della nazione. Comunque, il sacrificio di vite in Bangladesh fu di 30,000 morti (su una popolazione di 76 milioni di persone), nonostante fonti non ufficiali parlassero di 100,000 morti.[33] Paragoniamolo ad un sacrificio di vite pari a 30 milioni di persone su una popolazione annuale che si calcola fosse di circa 660 – 670 milioni durante il Grande Balzo in avanti. Parlando in modo proporzionato, il sacrificio di vite durante il Grande Balzo in avanti sia stato più o meno 35 volte più alto rispetto alle morti che si stima siano avvenute durante la carestia del Bangladesh!

 

                È abbastanza fuorviante sostenere che tutte le “prove a disposizione” dimostrano la validità della tesi delle morti di massa. La verità è che tutte le stime di decine di milioni di morti durante il Grande Balzo in avanti, dipendono dalle cifre riguardanti il tasso di mortalità tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60. Esistono soltanto altre statistiche del tempo che non concordano totalmente con queste cifre.

 

                Il problema è che le cifre del tasso di mortalità riguardanti il periodo 1940 – 1982, come la maggior parte delle informazioni demografiche in Cina, sono state trattate dal Governo cinese come un segreto di Stato fino agli inizi degli anni ’80. Come possiamo notare, l’incertezza riguardante il modo in cui queste cifre furono raccolte intacca fortemente l’affidabilità della prova. Le cifre del tasso di mortalità riguardanti gli anni ’50 e gli anni ’60 furono rese note soltanto nel 1982 (vedere Tabella 1).

 

                A quanto si dice esse mostrano che il tasso di mortalità crebbe da 10, 8 per mille nel 1957 a 25, 4 per mille nel 1960, scendendo bruscamente a 14, 2 per mille nel 1961 e al 10 per mille nel 1962. Queste cifre sembrano mostrare 15 milioni di morti in più durante la carestia dal 1958 al 1961.[34]

 

Tabella 1. Tassi di mortalità ufficiali in Cina 1955-1962

 

Anno

Tasso di mortalità (per mille)

1955

12,3

1956

11,4

1957

10,8

1958

12,0

1959

14,6

1960

25,4

1961

14,2

1962

10,0

1963

10,0

1964

11,5

 

(Fonte: Statistical Yearbook of China 1983)

 

 

I demografi americani e le statistiche cinesi

 

                I dati cinesi sulle morti provocate dalla carestia furono usati da un gruppo di demografi americani nel lavoro che svolsero sul tema. Questi demografi furono Ansley Coale, John Aird e Judith Banister. Possiamo dire che furono i primi che resero popolare l’ipotesi del “massiccio sacrificio di vite” in Occidente. Ansley Coale fu una figura molto influente negli Stati Uniti nel campo della demografia. Fu assunto dall’Ufficio di Ricerca sulla Popolazione, fondato dalla Fondazione Rockefeller negli anni ’80, mentre stava pubblicando il suo libro sulla Cina. John Aird fu ricercatore specialista sulla Cina presso l’Ufficio del Censimento americano. Nel 1990, scrisse un libro pubblicato dall’American Enterprise Institute, un ente che promuove politiche neoliberali. Questo libro era intitolato “Slaughter of the Innocents” ed era una critica alla politica di controllo delle nascite in Cina. Anche Judith Banister lavorò presso l’Ufficio del Censimento americano. Si prese un permesso dal lavoro per scrivere un libro che include un’analisi delle morti avvenute durante il Grande Balzo in avanti.[35] John Aird lesse il suo libro prima che venisse pubblicato e le diede dei consigli.

 

                Judith Banister parlò di cifre che sembrano mostrare 30 milioni di morti in eccesso durante il Grande Balzo in avanti. Sono circa il doppio delle cifre rese pubbliche dalle statistiche ufficiali cinesi. Credeva che le statistiche ufficiali sottostimassero la mortalità totale perché in quel periodo la popolazione cinese non denunciò tutte le morti avvenute.

 

                Banister calcola il numero totale di morti che non sono stati denunciati calcolando prima di tutto il numero complessivo di nascite tra i due censimenti del 1953 e il 1964. Lo fa utilizzando i dati derivati dai censimenti e quelli derivanti da un’indagine retroattivo della fertilità effettuato nel 1982. (A coloro che si sottoposero allo studio venne domandato di descrivere il numero di bambini che vennero al mondo tra il 1940 e il 1981). Una volta venuti a conoscenza dei dati sulla popolazione tra il 1953 e il 1964 e del numero complessivo di nascite registrato tra queste due annate, è possibile calcolare il numero di decessi che probabilmente si registrò durante questo periodo. La Banister utilizza quest’informazione per calcolare un numero totale di decessi per gli undici anni che è più alto rispetto a quanto mostrato dai tassi di mortalità ufficiali.

 

                Per calcolare quanti di questi decessi si sono verificati durante il Grande Balzo in avanti, la Banister fa riferimento alle statistiche riguardanti i tassi di mortalità ufficiali cinesi. Suppone che queste cifre indichino la vera tendenza dei decessi in Cina in questo periodo,  anche se esse risultavano essere troppo basse in termini assoluti. La Banister presuppone, ad esempio, che il tasso ufficiale di mortalità pari al 25 per mille nel 1960 indichi in verità un enorme aumento del tasso di mortalità avvenuto nel 1960. Nonostante ciò, combina questo dato con le sue stime di morti parzialmente denunciate tra il 1953 e il 1964 per arrivare alla conclusione che nel 1960 si registrò il 45 per mille di decessi. Usando questo metodo, durante gli anni in cui non ci sono prove che ci fosse la carestia, il massiccio sacrificio di vite è persino aumentato. Nel 1957, ad esempio, la Banister fece crescere il tasso di mortalità dal dato ufficiale di 10,8 per mille al 18 per mille. La Banister, poi, compara i tassi di mortalità registrati negli anni positivi con quelli registrati durante gli anni di presunta carestia. A questo punto la studiosa è in grado di stimare che durante il Grande Balzo in avanti ci furono 30 milioni di morti in più.[36]

 

Dubbi sulle statistiche cinesi

 

                Ci sono molte cifre che sembrano sostenere la tesi che ci fu una gravissima carestia. Ci sono anche statistiche che fanno apparire Mao come il responsabile di questa situazione. All’interno di queste statistiche ci sono anche cifre che in apparenza offrono un’analisi provinciale dell’aumento dei tassi di mortalità durante il Grande Balzo in avanti,[37] dati che mostrano una diminuzione drastica nella produzione di grano durante lo stesso periodo[38] e dati che dovrebbero dimostrare che non furono le condizioni climatiche a causare la grave carestia.[39] Queste cifre vennero tutte rese pubbliche nei primi anni ’80, ai tempi delle “riforme” di Deng.

 

                Ma quanto sono attendibili tutti questi dati? Come abbiamo avuto modo di vedere furono resi pubblici agli inizi degli anni ’80, nel periodo in cui le critiche mosse al Grande Balzo in avanti e alle Comuni del Popolo erano più aspre. La Cina governata da Deng fu una dittatura che tentò di controllare rigorosamente il flusso di informazioni che giungeva al popolo. Sarebbe ragionevole pensare che un Governo che interferisce continuamente nella diffusione delle notizie riguardanti gli affari pubblici da parte dei media, interferisca anche nelle statistiche.

Nel 1982 John Aird scriveva

 

                Comunque, la motivazione principale per cui esistano così pochi dati riguardanti la popolazione civile è la censura. Nessuna cifra sulla popolazione cinese può essere resa nota se prima non è stata approvata dal Consiglio di Stato. Persino gli ufficiali dell’ USS (Ufficio Statistico dello Stato) non possono usare i dati prima di aver ricevuto l’autorizzazione.[40]

 

                È particolarmente interessante capire in che modo le cifre del tasso di mortalità siano arrivate dall’Ufficio Statistico dello Stato. I dati dei decessi avvenuti in totale durante il Grande Balzo in avanti pubblicati dagli Stati Uniti e dagli studiosi cinesi dipende interamente dalla statistica più importante riguardante il tasso di mortalità degli anni in questione.

 

                Certamente se sapessimo in dettaglio come sono state raccolte le informazioni durante il Grande Balzo in avanti potremmo essere più sicuri della loro affidabilità. Il problema è che quest’ informazione non è disponibile. Possiamo solo limitarci a prendere per buone le cifre rese pubbliche dal Governo cinese. Inoltre, le dichiarazioni di Aird e della Banister indicano che loro credevano che le cifre inerenti al tasso di mortalità fossero stime e non basate su un reale conteggio delle morti denunciate. Aird sostiene che “Si può fare una stima dei tassi ufficiali riguardanti la vita (tassi di nascita e di morte) durante gli anni di crisi (del Grande Balzo in avanti), ma non si sa se abbiano un fondamento.”[41]

 

                La Banister scrive che nel 1954 la Cina tentò di redigere un registro demografico, ma era molto incompleto. Scrive “Se il sistema di registrazione dei decessi fu usato come base per tutti gli stimati tassi di mortalità per il periodo che va dal 1955 al 1957, i tassi riguardavano solo quelle località che si erano munite di quel sistema, che avrebbero avuto la tendenza ad essere zone più avanzate o più urbanizzate”.[42]

 

                La Banister suggerisce che la situazione non migliorò molto durante o dopo il Grande Balzo in avanti. Scrive:

                Alla fine degli anni ’60 e per molti anni prima, il sistema di registrazione permanente della popolazione doveva essere così incompleto e irregolare che il personale statistico nazionale e provinciale doveva stimare tutto o parte dei loro totali. In particolare, negli anni ’50 il sistema di registrazione permanente della popolazione stava proprio allora iniziando ad essere utilizzato e all’inizio non copriva tutta la popolazione. Tutti i totali riferiti alla popolazione nazionale per gli anni’ 50, escluso il censimento totale furono probabilmente basati su rapporti locali incompleti integrati da stime.[43]

 

                Scrive anche che “Durante tutti gli anni precedenti il periodo 1973 – 1975 i dati della Repubblica Popolare cinese sui sommari tassi di mortalità, i tassi di mortalità infantile, l’aspettativa di vita al momento della nascita e le cause di morte non esistevano, erano inutili o, nel migliore dei casi, sottostimavano l’effettiva mortalità”.[44]

 

                Il lettore cerca in vano il lavoro di Aird, Coale e Banister per avere alcune indicazioni per capire perché essi affermino con tanta convinzione che le decine di milioni di decessi durante il Grande Balzo in avanti si basino sui tassi di mortalità ufficiali. Questi autori non sanno come queste cifre furono raccolte e, soprattutto nel caso della Banister, sembrano avere poca fiducia in loro.

 

Presunte morti tra i giovani durante il Grande Balzo in avanti

 

                Alcuni demografi hanno provato a calcolare i tassi di mortalità infantile per fornire la prova a sostegno della tesi del “massiccio sacrificio di vite”. Comunque, la prova che tirarono fuori tende a confondere la situazione piuttosto che avvalorare la prova dei tassi di mortalità.

 

                Un calcolo dei morti fatto con questo metodo apparve nel 1984 sull’articolo “Famine in China”.[45] Quest’articolo esamina il precedente lavoro di Aird, Coale e Banister. È d’accordo con questi ultimi che molte morti furono causate, soprattutto, durante il Grande Balzo in avanti. Nonostante ciò, l’autore prova anche a calcolare cifre separate per le morti di bambini ed adulti avvenute in questo periodo. La prova che quest’ultimo articolo tenta di costruire è molto spesso citata da quelli che hanno scritto su questo periodo.

 

                Gli autori di “Famine in China” calcolano la mortalità infantile usando lo Studio Retrospettivo di Fertilità. Usano questo studio per calcolare il numero di nascite avvenute durante ogni anno del Grande Balzo in avanti. Una volta stimato il numero di nascite per ogni anno si può calcolare quante di queste nascite sopravvisse negli anni 1958 e 1962 per essere contate nel censimento del 1964. Questo dato può essere paragonato ai tassi di sopravvivenza dei bambini nati negli anni in cui si presume non ci fosse alcuna carestia.

 

                Usano tabelle di vita modello per calcolare quanti bambini morti prima del censimento sono morti in ogni anno di carestia. Poi trasformano questo dato in un dato per il numero di morti di cui bambini con meno di dieci anni in ogni anno di carestia. Giungono a questa cifra finale usando tabelle sulla vita e sui livelli del periodo di mortalità.

 

                Gli autori di questo articolo sostengono che la carestia ebbe inizio tra il 1958 e il 1959. Calcolano che in questo periodo si siano verificate 4.268.000 morti in più di persone con meno di 10 anni, il che significa un tasso di mortalità doppio rispetto al solito per quanto riguarda questa fascia di età. (Vedi la Tabella n. 2). In più, nello stesso tempo si registrarono soltanto 216.000 decessi in eccesso nella fascia di età che comprende persone con più di 10 anni (in un Paese con più di 600 milioni di persone questa cifra rientra sicuramente in ogni ragionevole margine di errore). La spiegazione è che in assenza di un razionamento efficace, i bambini erano lasciati a morire di fame. Durante i periodi di carestia sono, però, sia i giovanissimi che i molto anziani a soffrire. Durante quest’anno, invece, furono soltanto i giovani a soffrire. Poi tra il 1960 e l’anno successivo, il numero di morti in eccesso di persone sotto i 10 anni si ridusse a 553.000, mentre il numero dei decessi di persone con più di 10 anni salì velocemente fino a 9 milioni. In modo ancora più strano, si calcola che durante il 1960 e il 1961 siano 4.424.000 i bambini morti in più, mentre non si registrano in questo periodo morti in eccesso di persone con più di 10 anni.

 

 

 

 

 

Tabella 2. Morti in eccesso dovute alla carestia 1958 – 1962

 

Anno fiscale

Stima delle morti sotto i 10 anni

(in millesimi)

Stima delle morti sopra i 10 anni

(in millesimi)

1958 – 59

4.268

216

1959 – 60

2.291

7.991

1960 – 61

553

9.096

1961 – 62

4.424

0

 

(Fonte: Ashton et al 1984)

 

C’è un chiaro paradosso qui. Secondo il tasso di mortalità fornito dai cinesi, il 1960 fu l’anno peggiore del calendario per quanto riguarda la carestia. Il tasso di mortalità aumentò dal 10,8 per mille prima della carestia al 25,4 per mille nel 1960 che fu l’anno in cui la carestia causò di gran lunga il numero maggiore di morti. Se questo fosse vero, gli anni 1959 – 60 e 1960 – 61 dovrebbero essere i peggiori anni fiscali in termini di bambini morti in eccesso. Inoltre, secondo gli autori soltanto il 24,6% delle morti in eccesso di bambini si sono registrate in quest’anno fiscale; invece, si registra il 98,75% delle morti in eccesso tra coloro che hanno 10 o più anni!

 

                È difficile comprendere il motivo per cui negli anni 1958 – 59 ci sarebbe dovuto essere un così alto tasso di mortalità infantile. Tutti sono concordi nel dire che il 1958 fu un anno eccezionale per quanto riguarda i raccolti anche se le cifre indicanti la produzione di grano erano esagerate. La grande quantità di raccolto cinese viene mietuto nell’autunno del ’46 perciò è difficile comprendere perché le morti di massa siano cominciate alla fine del 1958 o perché durante i primi tre mesi del 1959 si siano registrati così tanti decessi. Come abbiamo già avuto modo di vedere, Han Dongping, Ricercatore universitario in Scienza politiche presso il Warren Wilson College, domandò ai contadini di Shandong e di Henan dove si registrarono le conseguenze più gravi delle difficoltà riscontrate tra il 1959 e il 1961. Loro risposero di non aver mai mangiato tanto bene come dopo l’eccezionale raccolto del 1958.[46]  Le cifre attinenti al tasso di mortalità mostrano un leggero aumento da 10,8 per mille nel 1957 al 12 per mille nel 1958. Perché, secondo le cifre presentate dai demografi, i decessi di bambini risultano essere tanto aumentati durante l’anno fiscale 1958 – 59? Perché la situazione migliorò nell’anno della presunta carestia nera?

 

Stando alle affermazioni degli autori di “Famine in China” questo avvenne perché il sistema di razionamento introdotto assisteva tutte le persone in età da lavoro e i più piccoli, lasciando morire i più anziani. Ovviamente ci sono prove che i giovani lavoratori in età da lavoro ricevettero razioni maggiori rispetto agli anziani perché i giovani svolgevano lavori manuali.[47]

 

                Nonostante ciò, dal 1961 al 1962, anni in cui gli autori sostengono ci fosse ancora la carestia, il tasso di mortalità sotto i 10 anni arrivò a 4.424.000 persone e quello riguardante le persone con più di 10 anni si ridusse a zero. Si presuppone che il razionamento in questo periodo sia stato ridotto causando la morte dei giovani. Non si spiega nemmeno perché durante questo periodo non morì nessun anziano. Gli autori pretendono di farci credere che durante la carestia le famiglie cinesi avrebbero lasciato morire i loro figli invece degli anziani? Gli autori non forniscono prove di questa implicazione illogica della loro analisi.

 

                Cercano di sostenere la loro tesi con cifre che mostrano una riduzione del numero dei più anziani registrata tra i due censimenti del 1953 e del 1964. Il fatto è che in un Paese con uno sviluppo sano, il numero di anziani tra la popolazione dovrebbe aumentare e non il contrario. Gli autori sostengono che le cifre dimostrano che in questo periodo in Cina le persone anziane diminuirono a causa del fatto che durante il Grande Balzo in avanti furono loro negate le provvigioni. Le cifre che citano non sono, però, conformi ai decessi di massa causati dalla diminuzione degli approvvigionamenti a tutte le persone di una certa età. Gli autori sostengono che tra i due censimenti i tassi di crescita riferiti ad età specifiche crollarono per gli uomini sopra i 45 anni e per le donne oltre i 65. Che genere di sistema di razionamento avrebbe portato ad una disparità di questo tipo? Che sistema è quello che provvedeva al sostentamento di donne tra i 45 e i 65 anni, ma non a uomini della stessa età? Inoltre, anche per quanto riguarda le donne con più di 65 anni le cifre non tornano. Stando alle cifre mostrate il numero delle donne tra i 75 e i 79 anni crebbe dello 0,51%. Questo numero può essere paragonato ai tassi di crescita delle fasce d’età sotto i 65 anni. Ad esempio, il numero di donne tra i 20 e i 24 anni crebbe dello 0,57% e il numero delle donne tra i 45 e i 49 dello 0,55%. Le cifre che riguardano le donne non sono un esempio coerente al sistema di razionamento che si dice discriminasse gli anziani. Dire che le fonti statistiche sono errate è una spiegazione molto più plausibile per giustificare le cifre confuse presentate dagli autori, piuttosto che ammettere la loro difficoltà a ritrattare la loro ipotesi sul razionamento.

 

Tabella 3. Tassi di crescita della popolazione secondo specifiche fasce d’età e per sesso 1953 – 1964

 

Età

Tasso di crescita maschile (%)

Tasso di crescita femminile (%)

10 – 14

3,83

4,58

15 – 19

1,30

1,61

20 – 24

0,66

0,57

25 – 29

1,42

1,13

30 – 34

2,07

1,47

35 – 39

1,13

0,91

40 – 44

0,90

1,02

45 – 49

0,48

0,55

50 – 54

0,47

0,83

55 – 59

0,16

1,27

60 – 64

0,00

0,96

65 – 69

-0,64

1,11

70 – 74

-1,02

-0,37

75 – 79

-0,08

0,51

80+

-0,54

-0,22

 

Fonte: Ibid

 

                Questo articolo non dissipa i dubbi sui decessi di massa avvenuti durante la carestia. E’ vero che gli autori dell’articolo possono puntare sull’ avvaloramento di alcune delle prove che presentano. Esiste, ad esempio, una correlazione logica tra il numero di nascite dato dal Censimento di fertilità del 1982 e le cifre del tasso di nascita raccolte presumibilmente negli anni 1953 e 1964. Esiste una correlazione logica anche tra la sopravvivenza alla nascita delle persone nate durante la carestia registrate nel censimento del 1964 e quella registrata nel censimento del 1982.

 

                Se poi prove diverse, apparentemente raccolte indipendentemente l’una dall’altra sono in correlazione, allora questo prova che l’ipotesi degli autori è giusta. In tal caso potrebbe sembrare una situazione di stallo. Da una parte esiste una correlazione tra queste prove, dall’altra c’è un enorme discrepanza tra la mortalità infantile e quella adulta negli anni in cui si presume ci sia stata la carestia.

 

                Comunque, dobbiamo tener conto delle preoccupazioni che esistono sulla generale validità delle statistiche sulla popolazione pubblicate dal Governo cinese dopo la morte di Mao. Alla luce di queste incertezze, le correlazioni tra le cifre riguardanti il tasso di natalità e le cifre fornite dallo Studio di Fertilità non sono così decisive. Le correlazioni tra le cifre riguardanti la popolazione cinese si trovano anche da qualche altra parte e i demografi le hanno prese in considerazione. In un’altra relazione la Banister parla della possibilità di “mutua interdipendenza” degli studi dei demografi cinesi che furono probabilmente condotti indipendentemente l’uno dall’altro. Nota che le cifre riguardanti il 1982 e quelle dei registri demografici della popolazione del 1982 furono probabilmente raccolte indipendentemente. C’è comunque una chiara correlazione tra queste cifre.[48] Non è da escludersi la possibilità che esista una “mutua interdipendenza” tra le cifre raccolte dallo Studio sulla Fertilità e quelle che si evincono osservando il tasso di natalità.

 

                Bisogna, inoltre, dire che gli autori di “Famine in China” presentano soltanto una stima riguardante la sopravvivenza dei bambini nati durante il Grande Balzo in avanti. Nel suo articolo pubblicato nello stesso anno,[49] Ansley Coale mostra un calo abbastanza significativo, ma molto minore della sopravvivenza durante gli anni 1958 – 59 rispetto ai dati emersi dal censimento del 1982, rispetto al calo di cui si parlava in “Famine in China”. Inoltre, le cifre di cui parla Coale non mostrano un calo della sopravvivenza dei bambini nati negli anni 1961 – 62 rispetto al 1982, diversamente dalle cifre di cui si parla in “Famine in China”.

 

                I dubbi sulle prove relative ai tassi di sopravvivenza insieme ai dubbi sulle prove sul tasso di mortalità minano fortemente le supposte certezze su ciò che accadde durante il Grande Balzo in avanti. Nell’insieme, da un’analisi degli scritti si ha l’impressione che l’ipotesi priva di un solido fondamento per cui ci sia stato un massiccio sacrificio di vite, sia stato trasformato in una certezza assoluta in modo del tutto ingiustificato.

 

Dubbi sulle informazioni rese pubbliche dal censimento cinese

 

                L’ultima prova a favore della tesi del “massiccio sacrificio di vite” viene dai dati non elaborati del censimento. Ciò significa che possiamo soltanto esaminare se il numero di coloro che nacquero negli anni 1959 – 61 e sopravvissero ai censimenti successivi è paragonabile agli anni in cui si pensa non ci fosse alcuna carestia. Acquisiamo questa prova dai vari censimenti effettuati dall’inizio del Grande Balzo in avanti. Questi mostrano, infatti, meno nascite durante gli anni di carestia, rispetto agli altri anni.

 

                Il fatto che si sia certamente verificata una diminuzione delle nascite, non prova necessariamente che si verificò un massiccio numero di decessi. Le cifre relative al tasso di natalità pubblicate dal regime di Deng Xiaoping mostrano che durante il Grande Balzo in avanti diminuirono le nascite. Si può ipotizzare che le nascite diminuirono in modo massiccio senza con questo necessariamente sottendere che morirono anche milioni di persone. Sicuramente ci dev’essere un motivo se le nascite diminuirono tanto velocemente, se è questo che effettivamente accadde. Certamente la fame giocò un ruolo importante in questo. La gente rimandava l’ipotesi di avere dei figli a causa della preoccupazione di avere un’altra bocca da sfamare fino al momento in cui non ci fosse stata una maggiore disponibilità di cibo. Di certo, la gente sapeva che in una situazione simile la malnutrizione sarebbe aumentata e avrebbe portato ad un qualche aumento della mortalità infantile. Non c’è comunque alcuna prova che “la peggiore carestia nella storia del mondo” avvenne durante il regime di Mao. La carestia in Olanda del 1944 – 1945 portò ad un diminuzione delle nascite del 50%. Anche quella che colpì il Bangladesh nel 1974 – 75 portò ad una diminuzione del tasso di natalità di quasi il 50%.[50] Parlando della diminuzione di nascite durante il Grande Balzo in avanti, Deng Xiaoping pubblicò cifre simili. Come è stato detto sopra, nonostante sia la carestia che colpì il Bangladesh che quella che colpì l’Olanda furono tragiche, non portarono a parlare di un numero immenso di morti tale come accadde per la carestia che colpì il Grande Balzo in avanti. In Bangladesh morirono decine di migliaia di persone, non decine di milioni.

 

                Nonostante ciò non dobbiamo automaticamente considerare come corretti i dati relativi alle ripartizioni per singole fasce d’età. C’è un problema comune negli sforzi di ottenere informazioni dalle ripartizioni della singole fasce d’età dai censimenti del 1953 e del 1964. Queste cifre apparvero soltanto nei primi anni ’80,[51] quando emersero le altre cifre che incolpavano Mao di aver ucciso milioni di persone. I censimenti successivi (ad esempio nel 1982, nel 1990 ecc.) continuarono a mostrare diminuzioni, ma bisogna ancora fare attenzione. La Banister parla della concordanza delle strutture età – sesso tra i tre censimenti del 1953, del 1964 e del 1982 con esempi di sopravvivenza molto credibili per ogni gruppo d’età da censimento a censimento. Scrive “E’ sorprendente che i tre censimenti cinesi siano quasi uguali. Uno si sarebbe aspettato che i primi due conteggi tralasciassero delle persone in quanto furono condotti in circostanze tutt’altro che ideali. Il conteggio del 1953 fu il primo censimento moderno in Cina e fu effettuato dopo soli sei mesi di preparazione, subito dopo la fondazione dell’Ufficio Statistico di Stato…il censimento del 1964 fu effettuato in grande segreto…e includeva una domanda sulle origini della classe delle persone…questo avrebbe potuto suggerire a qualcuno di evitare di farsi contare”.[52]

 

                Ping – ti Ho dell’Università della British Colombia scrisse che il censimento del 1953 era basato, almeno in parte, su stime e non sul conteggio della popolazione e “non fu un censimento nel senso tecnico del termine”.[53] In più, la struttura basata sull’età di questo censimento è estremamente bene in correlazione con tutti i censimenti successivi.

 

                Per complicare ulteriormente le cose, negli anni ’60 John Aird ricevette prove della ripartizione età – sesso del censimento del 1953 da fonti cinesi accademiche non ufficiali. Definì le cifre non affidabili, sostenendo che le cifre per quanto riguardava la fascia d’età 5 – 24 fossero troppo basse, mentre quelle riferite alle persone con più di 75 anni fossero molto più alte. Propose di sostituire un’ipotetica struttura età – sesso con queste cifre ai fini di un dibattito accademico.[54]

 

                Espressi questi dubbi, è assolutamente possibile che le coerenti strutture età – sesso in strutture successive possano essere influenzate da una certa quantità di “mutua interdipendenza” tra gli archivi.

 

                Una ricerca ampia e approfondita all’interno delle prove dimostra chiaramente che, sia che si tratti di controversie politiche o di questioni storiche, non si debba mai credere di avere certezze assolute basandosi sulla “ricerca accademica” o sulle “statistiche ufficiali”. La politica determina sempre la presentazione delle statistiche e la storia di ogni periodo di solito viene scritto dai vincitori. Per quanto riguarda la Cina, gli ammiratori delle politiche socialiste di Mao non furono chiaramente i vincitori.

 

Conclusione

 

                Scioccamente, l’approccio che hanno gli scrittori moderni nei confronti del Grande Balzo in avanti è parziale. Non sono capaci di cogliere la relazione esistente tra i suoi fallimenti e i suoi successi. Non riescono a comprendere che il lavoro che fu fatto durante quegli anni preparò anche la base perché il socialismo cinese potesse continuare a macinare successi, migliorando la condizione di vita del suo popolo. Non prendono davvero in considerazione le prove che mostrano che la maggior parte delle morti non furono dovute ad errori politici, ma a disastri naturali. Inoltre, si dovrebbero contrapporre le morti avvenute durante il Grande Balzo in avanti con il fatto che il popolo cinese riuscì ad evitare molte altre morti durante il periodo maoista. I miglioramenti dell’aspettativa di vita salvarono la vita di molti milioni di persone.

 

                Dobbiamo anche pensare a quello che sarebbe potuto accadere se non ci fosse stato alcun Balzo e se non fosse stata adottata alcuna politica di autonomia nel momento in cui l’Unione sovietica si sfaldò. La Cina era troppo povera per permettere che il proprio sviluppo agricolo e industriale si fermasse soltanto perché l’Unione sovietica si rifiutava di offrire il proprio aiuto. È indubbio che si sarebbe potuto agire meglio. Forse con una programmazione migliore, meno ottimismo e più cura alcuni decessi sarebbero potuti essere evitati. Questa è una domanda difficile. È difficile giudicare ciò che fecero altri in circostanze difficili e molti anni fa.

 

                Certamente è importante imparare dagli errori del passato per non ripeterli in futuro. È da considerare che lo stesso Mao si auto criticò per aver commesso degli errori durante questo periodo. Questa autocritica non deve, però, fornire in alcun modo le munizioni a coloro che insistono nel proclamare la veridicità di cifre assurde che indicano i decessi occorsi in questo periodo. Speriamo che verrà un giorno in cui potrà aver luogo un dibattito sensato su questo argomento.

 

                Se, dopo il 1949, il tasso di crescita dell’aspettativa di vita in India fosse stato grande come quello cinese, allora si sarebbero potuti evitare milioni di morti. Persino le critiche fatte da Mao lo riconoscono. Forse ciò significa che dovremmo accusare Nehru e coloro che vennero dopo di lui di essere “peggio di Hitler” per aver adottato politiche anti – maoiste che portarono alla “morte di milioni di persone”. O forse questo sarebbe un modo infantile e inutile di valutare la storia post – indipendenza dell’India. Forse stupide come le accuse che sono state mosse nei confronti di Mao negli ultimi 25 anni.

 

Bibliografia

 


[1] J.Banister, “China’s Changing Population”, Stanford University Press 1987.

[2] J.Banister e S.Preston “Mortality in China” in Population and Development Review Volume 7, N.1, 1981.

[3] M.Meissner, “The Deng Xiaoping Era. An Inquiry into the Fate of Chinese Socialism, 1978 – 1994”, Hill and Way, 1996.

[4] Si veda ad esempio J.Becker “Hungry Ghosts. China’s Secret Famine”, Murray, 1996.

[5] Si veda J.Eatwell, M.Milgate, P.Newman (eds) “Problems of the Planned Economy”, Macmillan Reference Books, 1990.

[6] Ibid.

[7] Si veda Guo Shutian “China’s Food Supply and Demand Situation and International Trade” in “Can China Feed Itself? Chinese Scholars on China’s Food Issues”, Beijing Foreign Languages Press, 2004.

[8] M.Meissner “The Deng Xiaoping Era. An Inquiry into the Fate of Chinese Socialism, 1978 – 1994”, Hill and Wray, 1996.

[9] Si veda ad esempio il rapporto della Delegazione americana del settore agricolo su piccola scala, Presidente Dwight Perkins, “Rural Small Scale Industry in the People’s Republic of China”, University of California Press, 1977 ed E. Wheelwright e B.MacFarlane “The Chinese Road to Socialism”, Penguin, 1973.

[10] Ibid.

[11] Ibid.

[12] Si veda W.Burchett con R.Alley “China: the Quality of Life”. Penguin, 1976.

[13] C:Riskin. “Seven Questions About the Chinese Famine of 1959 – 61” China Economic Review, Vol.9, N.2, 1998.

[14] Si veda R.MacFarquhar “The Origins of the Cultural Revolution”, Oxford University Press,Vol.3, 1974, 1983, 1997, J.Becker 1996 e J.Chang e J.Halliday “Mao: The unknown Story”, Jonathan Cape, 2005.

[15] J.Alsop “On China’s Descending Spiral” in The China Quarterly, N.11, (Luglio – Settembre 1962).

[16] F.Saunders “Who paid the Piper? The CIA and the Cultural Cold War”. Granta, 1999.

[17] V.Marchetti “The CIA and the Cult of Intelligence”, Jonathan Cape, 1974.

[18] London Review of Books, Volume 23, N.10, 24 Maggio 2001.

[19] Daily Telegraph 06/08/63.

[20] R.MacFarquhar, T.Cheek ed E.Wu (eds) “The Secret Speeches of Chairman Mao. From the Hundred Flowers to the Great Leap Forward.” The Council on East Asian Studies/Harvard University Press, 1989.

[21] Ibid.

[22] Ibid.

[23] New York Times 23.10.05.

[24] M.Meissner, 1996.

[25] Ibid.

[26] Ibid.

[27] A.Coale, “Population Trends, Population Policy and Population Sudies in China” in Population and Development Review, Volume 7, N.1, 1981.

[28] J.Aird “Population Studies and population Policies in China” in Population and Development Review, Volume 8, N.2, 1982.

[29] H.Dongping, “The Great Leap Famine, the Cultural Revolution and Post – Mao Rural Reform: the Lessons of Rural Development in Contemporary Chinahttp://www.chinastudygroup.org/article/26, 2003.

[30] M.Meissner, 1996.

[31] H.Dongping, 2003.

[32] Ibid.

[33] R.Sobhan “Politics of Food and Famine in Bangladesh” in E.Ahmad (ed) Bangladesh Politics, Centre of Social Studies, Dacca University, 1979.

[34] J.Banister “China’s Changing Population”, Stanford University Press, 1987.

[35] Ibid.

[36] Ibid.

[37] P.Xizhe “Demographic Consequences of the Great Leap Forward in China’s Provinces”, Population and Development Review, Volume 13, N.4, 1987.

[38] Ibid.

[39] Ibid.

[40] J.Aird, 1982.

[41] Ibid.

[42] J.Banister, 1987.

[43] Ibid.

[44] Ibid.

[45] Si veda B.Ashton, K.Hill, A.Piazza, R.Zeitz “Famine in China 1958 – 1961” in Population and Development Review, Volume 10, N.4, 1984.

[46] H.Dongping, 2003.

[47] Ibid.

[48] J.Banister, 1987.

[49] A.Coale, “Rapid Population Change in China 1952 – 1982”. Committee on Population and Demography Report n. 27, 1984.

[50] J. Bongaarts, “Does Malnutrition Affect Fecundity?” in Science 9 Maggio 1980.

[51] B.Ashton et al 1984.

[52] J.Banister, “An Analysis of Recent Data on the Population of China”, Indian Institute of Asian Studies, 1983.

[53] Ping – ti Ho. “Studies on the Population of China 1368 – 1953”. Harvard East Asian Studies 4, University of British Colombia, 1959.

[54] J.Aird, “Population Growth and Distribution in Mainland China”, in Joint Committee of the U.S. Congress. An Economic Profile of Mainland China”. Praeger, 1968.1

 

 

 

Joseph Ball vive in Inghilterra ed è stato per vent’ anni un attivista politico e sindacale. Si interessa principalmente di studiare l’organizzazione delle economie socialiste.

 

 

 

 

 

 

Traduzione a cura di Francesca Pollastro (Ossin.org)

 

Informazioni su paginerosse-drapporosso

...."L’ineguaglianza dello sviluppo economico e politico è una legge assoluta del capitalismo. Ne risulta che è possibile il trionfo del socialismo all’inizio in alcuni paesi o anche in un solo paese capitalistico, preso separatamente...." Lenin -Sulla parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa-Pubblicato sul Sozial-Demokrat, n. 44, 23 agosto 1915.
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